Kirtan Kriya: quando la scienza incontra il Kundalini yoga e dice “Si può fare!!!”

Kirtan Kriya: quando la scienza incontra il Kundalini yoga e dice “Si può fare!!!”

Il Kirtan Kriya è una meditazione del Kundalini Yoga davvero interessante e, soprattutto, molto efficace!

Nella mia personale esperienza, questa meditazione è una di quelle che mi ha colpito di più, sia per i risultati che si possono ottenere, sia per la sua “semplicità”.

Ma non è tutto! Infatti, un’altra cosa che l’ha resa davvero affascinante ai miei occhi, sono gli studi scientifici sull’impatto che il Kirtan Kriya può avere sulle persone che lo praticano quotidianamente. Hai capito bene! La scienza ha incontra il Kundalini Yoga e dice: SI PUÒ FARE!

Nel 2012, su Pubmed, il sito dove sono disponibili ricerche internazionali in ambito medico da fonti accademiche accreditate, fu pubblicato uno studio proprio su questa meditazione, che ho tradotto con il supporto di un’esperta del settore. Qui puoi scaricare il documento con la traduzione e i riferimenti all’articolo originale.

Praticamente, quello che avevano riscontrato i ricercatori, era che la pratica quotidiana di questo kriya abbassa la presenza nel sangue di alcuni precursori delle infiammazioni, con una ricaduta positiva sulla salute generale. In seguito, dopo questa scoperta, sono state fatte altre ricerche (le trovi sempre su Pubmed) che hanno messo in evidenza ulteriori dettagli sull’efficacia di questa meditazione.

Ecco, in sintesi, i vantaggi di cui potresti godere praticando il Kirtan Kriya:

  • Miglioramento della memoria
  • Sonno più sereno e corroborante
  • Riduzione della sensazione di depressione
  • Abbassamento del livello d’ansia
  • Diminuzione delle proteine che causano le infiammazioni
  • Sistema immunitario più reattivo
  • Miglioramento della regolazione dell’insulina e del glucosio
  • Aumento della telomerasi
  • Innalzamento del benessere psico-spirituale.

Niente male, vero? Ora, se la curiosità ti sta mordendo le caviglie e vuoi subito tuffarti nel Kirtan Kriya, clicca qui e vai alla parte nella quale ti spiego come si fa, secondo le indicazioni che ci ha lasciato Yogi Bhajan. Però, se vuoi saperne qualcosa in più, continua a leggere! Ci sono ancora tantissime cose interessanti da scoprire che riguardano questa meditazione!

Ma, in sostanza, che cos’è il Kirtan Kriya?
È una pratica meditativa del yoga kundalini. Si pratica cantando il mantra Sa Ta Na Ma. Il nome deriva dal sanscrito:
kirtan significa “lode”, “canto” o “elogio” e kriya, che significa “azione”.

Alla base di questo tipo di yoga c’è l’idea di rendere accessibile l’energia della kundalini, per sviluppare al massimo le potenzialità personali così da avere una vita piena e consapevole.
Anche il Kirtan Kriya funziona in questo modo, utilizzando le vibrazioni di un mantra e le posizioni delle dita, ovvero i mudra, per utilizzare una riserva di energia che altrimenti sarebbe inaccessibile.

I mudra, generalmente, sono gesti che si fanno normalmente utilizzando le mani, le braccia, e in alcuni casi con tutto il corpo e sono dei veri e propri sigilli energetici, che agevolano l’accesso alla dimensione spirituale e permettono di esplorare e utilizzare le energie dei corpi sottili.

Qual è il significato di Sa Ta Na Ma?
Le singole sillabe rappresentano alcune lettere dell’alfabeto sanscrito.
Sa ta na ma viene spesso cantato in diverse meditazioni nel kundalini yoga, con l’intento di spostare l’energia, che sale lungo la colonna vertebrale, fino al chakra della corona, che si trova in cima alla testa… Sennò che corona è?

Le definizioni che possono essere attribuite alle lettere sanscrite sa ta na ma sono diverse, ma oltre il loro significato, ripeterle ad alta voce ha un impatto sensibile sul sistema spirito-mente-corpo.

Di solito l’interpretazione che viene condivisa durante le classi di Kundalini Yoga è:
SA – Universo/Nascita
TA – Vita
NA – Morte
Ma – Rinascita

Le vibrazioni di Sa Ta Na Ma sono semplici e potenti allo stesso tempo e si possono pronunciare ripetutamente, cantare velocemente, lentamente, sussurrarle o ripeterle mentalmente.

Ad esempio, se cantate lentamente è possibile percepire un senso di pace oppure, quando si vibrano più velocemente, si può avvertire la sensazione di un aumento dell’energia. Fantastico, vero?

Il segreto del Kirtan
Nel Kundalini Yoga l’uso del Kirtan è strettamente legato all’utilizzo del suono che, in questo caso può significare anche “Raccontare”(Kirtana), riferendoci ad alcuni documenti vedici delle origini. Nel caso di questa meditazione quello che viene narrato è il ciclo della vita di ogni essere vivente.

Chi vibra i kirtan afferma che la corretta pronuncia di ogni parola crei una vibrazione in tutto l’universo, il quale, per risonanza, entra in contatto con la mente subconscia e il mondo circostante, delle sensazioni, permettendo più semplice e felice, l’incontro con gli altri. Per questo spesso i Kirtan si vibrano in gruppo!

Praticare il kirtan kriya
Per ottenere tutti i benefici di cui ti ho parlato, è indispensabile praticare questa meditazione ogni giorno. D’altronde per scaldare l’acqua prima di buttare la pasta, un po’ di tempo, ci vuole? O no? Bene… Ecco come ti farà “bollire” il Kirtan Kriya

Siediti in posizione facile, con la colonna vertebrale dritta, ma senza tensione (per esempio, in questa posizione puoi rilassare le spalle).
Appoggia i polsi sulle ginocchia, mantenendo i gomiti dritti;
Metti entrambe le mani in Gyan mudra, ovvero, spingi il polpastrello dell’indica contro quello del pollice e tieni distese tutte le altre dita.
Chiudi gli occhi e focalizzati mentalmente sulla gola.
Dopo qualche respiro lungo, lento e profondo, inizia a cantare il mantra “Sa Ta Na Ma” toccando con il pollice tutt’e quattro dita, mentre vibri ogni sillaba.
Quindi quando dirai “Sa”, l’indice toccherà il pollice.
Con “Ta”, il dito medio toccherà il pollice.
Con “Na”, l’anulare toccherà il pollice.
E quando arriverai a “Ma”, sarà la volta del mignolo di toccare il pollice.
Completata la sequenza puoi ricominciare dall’indice.

Come vibrare il mantra
Per 3 minuti ad alta voce, altri 3 con un sussurro, 6 minuti mentalmente, 3 con un sussurro e per finire 3 minuti ad alta voce. Naturalmente, rispettando le proporzioni 1-1-2-1-1 puoi decidere in autonomia la durata di questa meditazione. On line ci sono diverse versioni di questo mantra con i tempi pre-impostati, quindi se non hai voglia di impazzire con il timer, ti basterà mettere su la traccia giusta e il gioco e fatto (ti metterò qualche link per la musica alla fine).

Visualizzazione e posizione degli occhi
Gli occhi rimarranno chiusi tutto il tempo e saranno focalizzati sullo spazio tra le sopracciglia.
Mentre per amplificare gli effetti del Kirtan Kirya, usa questa visualizzazione:
A ogni sillaba immagina un flusso di energia che entra dalla cima della testa ed esce al centro delle sopracciglia, creando una “L” di luce.
Quando inizi a pronunciare la prima consonante delle 4 sillabe (S,T,N,M) immagina questo raggio bianco che entra ed esce appena pronunci, o pensi la vocale “A” e si espande all’infinito.
Sì, può essere un po’ complesso all’inizio, ma provaci un po’ e vedrai che man mano sarà sempre più semplice e sentirai davvero il passaggio di questa energia.

Alla fine dei conti…
Il Kirtan Kriya ha sicuramente ancora tante cose da svelare. Molti ricercatori l’hanno compreso è lo stanno esaminando con grande attenzione. E anche tu puoi farlo! Anche tu puoi immergerti in questa meditazione e provare a capire che impatto ha su di te questa pratica! E se lo farai, condividi con il mondo le tue impressioni e sensazioni, potresti mettere in luce un nuovo aspetto di questo meraviglioso gioiello del Kundalini Yoga, che nessuno prima di te aveva scoperto!

Ama tanto, perdona il doppio e fai cose belle!
Sat Nam!

Link ai video con i mantra già “porzionati”
Versione Breve
https://f6m.net/kkbreve

Versione Estesa
https://f6m.net/kkesteso

Gaytri Siri Mantra, la vibrazione del benessere universale

Gaytri Siri Mantra, la vibrazione del benessere universale

RA MA DA SA SA SAY SO HUNG

Traduzione

Sole, Luna, Terra, Universo, il Sé, Io sono te

Il desiderio di ogni essere umano è quello di stare bene… Sempre!
E quando questo desiderio viene disatteso? Inizia la battaglia per tornare a stare bene, sottovalutando, il più delle volte, il percorso che ha trasformato lo stato di benessere in una condizione di malessere. In questo le abitudini hanno una buona quota di responsabilità, così come tutto il sistema socio economico nel quale siamo immersi.

In ogni caso, qualsiasi sia il motivo, il desiderio di stare bene è e sarà sempre la guida! Una guida che talvolta è affetta da una terribile miopia o, i certi casi cecità, che non riesce a rompere il guscio dell’irresponsabilità, per assumersi la responsabilità della condizione nella quale si trova.

Così, la prima cosa che viene in mente da fare, giusta o sbagliata che sia, è quella di affidare la cura della salute a qualcun altro perché ci “aggiusti” e si possa tornare a fare le stesse cose di prima. In questo modo non si uscirà mai dal circolo vizioso, se non in modo definitivo, quando si diventa “inaggiustabili”.

Probabilmente stai pensando che l’ho buttata giù un po’ dura, però se questo ha accesso un piccolo “warning” per fare un po’ più di attenzione al tuo benessere, forse ci voleva… no? Inoltre questa premessa è fondamentale per parlarti del Gaytri Siri Mantra, che nasce proprio come una preghiera per favorire la guarigione sia degli altri sia personale.

L’Universo in un mantra
Il segreto che rende potente ed efficace il Gaytri Siri Mantra, risiede probabilmente nelle sillabe che richiamano tutti gli elementi attraverso i quali si manifesta questa realtà. Grazie all’intreccio armonico di questi suoni, l’intenzione di curare se stessi e gli altri, può favorire i processi di guarigione in un modo quasi incredibile!

Il sopra è sopra, il sotto è sotto… E in mezzo?
Secondo una visione yogica, esistono due triangoli dei chakra, uno superiore e uno inferiore… E in mezzo? C’è il Chakra del cuore che unisce i due triangoli dell’alto e del basso.

Ma che c’entra con il Gaytri Siri Mantra? Ora te lo spiego! La prima parte del mantra (Ra Ma Da Sa) attiva la metà “più densa”della nostra realtà (il triangolo basso) mentre la seconda parte (Sa Say So Hung) attiva l’energia dell’Universo (il triangolo alto).

Una volta ”accese” queste due polarità, perché l’energia fluisca c’è bisogno di un tramite, di un collegamento, che è rappresentato proprio dal chakra del “Cuore”, di colore verde. Ecco da dove scaturisce l’energia di guarigione. Ah… Il “cuore” è nella sillaba SA, che come avrai notato ricorre due volte.

E poi?
Quando non si vive una condizione di benessere, di solito, la vibrazione del “corpo pranico” (uno dei 10 corpi del Kundalini Yoga) è più bassa rispetto allo stato di completa salute. Il Gaytri Siri Mantra riesce ad essere un supporto per la cura, non inviando direttamente energia, ma portando la vibrazione del corpo pranico di chi riceve la cura, ad una frequenza più alta.

Come il vento per una barca a vela…
Provare a curare qualcuno che non ha richiesto di essere aiutato in modo chiaro è diretto, potrebbe non essere la cosa giusta da fare. La vita è fatta di tantissime sfide, delle quali, moltissime, dobbiamo affrontarle da soli, altrimenti corriamo il rischio di non diventare più forti o più consapevoli, se riceviamo troppo aiuto. Quando si decide di vibrare il Gaytri Siri Mantra con l’idea di curare una persona che non ne è a conoscenza, le cose molto differenti. Innalzare la vibrazione del corpo pranico è come un vento che si solleva sulle onde ed è una scelta del “marinaio”, se utilizzare o meno quel vento. In definitiva vibrare il Gaytri Siri Mantra è semplicemente un’opportunità in più che si ha, se si decide di voler guarire.

Meditazione di cura con il Gaytri Siri Mantra

  • Siedi a terra con le gambe incrociate, oppure usa una sedia, ma posizionati sul bordo e non poggiare la schiena.
  • Poggia i gomiti sulle costole. Estendi gli avambracci facendo attenzione che abbiano entrambi un angolo di 45 gradi rispetto all’asse centrale del corpo. I palmi delle mani sono aperti e rivolti verso il cielo.
  • Le dita sono serrate, e i pollici distanziati dal bordo della mano. Impegnati a mantenere piatti il palmi delle mani mentre vibri il mantra.
  • Gli occhi sono chiusi al per 9/10. Una volta in questa posizione puoi iniziare a cantare il mantra, facendo attenzione a tirare un po’ dentro l’ombelico sull’ultima sillaba (Hung), che andrebbe vibrata con un lieve tono nasale sul “ng” finale, un po’ come viene fatto con l’Adi Mantra all’apertura della lezione di Kundalini Yoga. 
  • Dopo 11 minuti, chiudi gli occhi completamente, inspira e trattieni il fiato mentre invii la tua intenzione di guarigione e visualizzi la persona che desideri guarire, sana, forte e radiosa, avvolta da una luce verde, oppure che un raggio, sempre verde, parta dal centro del tuo cuore e raggiunga chi vuoi curare.
  • Espira ed inspira ancora e ripeti lo stesso processo tutte le volte che vuoi creando nella mente l’immagine delle persone che desideri guarire, completamente ristabilite e felici. Per concludere, solleva le braccia e scuotile e rilassati.

Un’ultima cosa…
L’intenzione di cura può essere con te fin dall’inizio della meditazione. Mentre vibri il mantra puoi già immaginare chi vuoi curare o semplicemente puoi dirti, una volta che il mantra “va da sé”: Io voglio curare X, Io desidero che X stia bene, faccio tutto questo perché X stia meglio e sia felice. Probabilmente all’inizio può essere un po’ complicato aggiungere anche questo pensiero alla meditazione e quando ci riuscirai, vedrai e sentirai, ancora di più, quanto è potente il Siri Gaytri Mantra

Panch Shabd, il mantra per liberare il subconscio dalla spazzatura emotiva

Panch Shabd, il mantra per liberare il subconscio dalla spazzatura emotiva

mai SA TA NA MA

Traduzione 

Universo, Vita, Morte o trasformazione, Rinascita

La mente umana è meravigliosa e misteriosa. Le esperienze vissute si imprimono indelebilmente nelle profondità di ognuno. I trionfi e le sfide della vita quotidiana impressionano soprattutto il subconscio e l’impossibilità di filtrare ciò che si fa strada verso questo luogo di confine, che separa mente e anima, il più delle volte lo rende una vera e propria “discarica emotiva”.

È il luogo dal quale riaffiorano le conseguenza degli eventi traumatici che immaginavamo di aver superato da molto tempo, che invece avevamo nascosto più in profondità, lasciandoli di fatto irrisolti.

In questo caso la mente razionale, purtroppo, non riesce ad essere d’aiuto, soprattutto perché alcune delle cose che si ritrovano stipate nel subconscio per lei non esistono, quindi, perché occuparsene o preoccuparsene.

Il punto è che la piccola e vitale verità, che sfugge a questo splendido strumento, composto da giudizio, progettualità ed efficacia, è che gran parte delle cose che non “funzionano” nell’esistenza di un individuo, sono legate proprio alla presenza di questa cosiddetta “spazzatura” che ostacola inevitabilmente, il progredire nella vita e la possibilità esprimere il pieno potenziale personale.

Forse anche tu che leggi conosci questa sensazione di “irrisolto” che in certi momenti tira la giacchetta alla tua consapevolezza, ricordandoti che c’è ancora l’ombra e che probabilmente potrebbe non andare via… Allora cosa si può fare?

Il mantra per liberare il subconscio dalla spazzatura emotiva

Il “seme” di questo mantra è SAT NAM. Utilizzando questi suoni “originari”, si attiva la connessione alla natura evolutiva dell’esistenza stessa.

Questo mantra Kundalini è noto anche come “Panch Shabd”, che significa “il mantra dei 5 flussi sonori”, considerando “A” come quinto suono, oltre alle lettere S T N M.

Vibrando questo mantra di guarigione, il codice metamorfico dell’universo, in perenne evoluzione e cambiamento, viene inciso profondamente nella psiche.

La ripetizione di questo meraviglioso mantra può aumentare l’intuizione e la chiaroveggenza, aiuta ad aprire il terzo occhio, equilibra gli emisferi del cervello e può indicare quale direzione prendere, soprattutto se ci si sente perduti nel mare del vivere. Descrivendo il ciclo continuo della vita e della creazione, può sostenere con forza ogni cambiamento.

 

Il Kirtan Kriya: liberare il subconscio per liberare la vitalità!
L’obiettivo principale della meditazione Sa Ta Na Ma, conosciuta anche come Kirtan Kriya, è di riportare in equilibrio la mente, rendendo questa esperienza estremamente chiara, nella sua espressione sensoriale e psichica. Grazie ai 5 flussi sonori, aiuta il subconscio a liberarsi dai traumi e dalle emozioni negative e inutili. Migliora la concentrazione e le funzioni cerebrali, aumenta le capacità intuitive e porta pace e comprensione al praticante. Il Kirtan Kriya cura il subconscio e può regalare una grande calma interiore, portando alla vista quanto sia presente il divino in tutto quello che ci circonda.

 

Come si pratica il Kirtan Kriya
1) Siedi a terra con le gambe incrociate, in quella che viene chiamata “posizione facile” o “Sukhasana”, oppure usa una sedia, mantenendo la schiena dritta, senza poggiarla allo schienale.

2) Chiudi gli occhi e analizza mentalmente il corpo, rilassando una alla volta ogni zona alla quale hai portato attenzione. Inizia con le dita dei piedi, i piedi, le caviglie, gli stinchi e procedi fino ad arrivare a tutto il corpo. Ricorda di rilassare le spalle, gli occhi, il collo, il viso, la mascella e la lingua, che sono tutte aree comuni per mantenere la tensione.

3) Comincia a vibrare il mantra. Ripeti le quattro sillabe Sa Ta Na Ma e, mentre canti, visualizza li suoni S, T, N, M che entrano attraverso la parte superiore della testa attraverso il chakra della corona (Sahasrara), mentre immagini il suono “A” che esce dal centro della fronte attraverso il chakra Ajna (terzo occhio).

4) Ad ogni sillaba premi il pollice contro i polpastrelli delle altre 4 dita, passando, in corrispondenza di ogni sillaba da un dito all’altro. Fallo con energia, così che in ogni istante tu possa essere consapevole di quello che accade. Quindi, seguendo queste indicazioni ecco cosa avverrà:
Spingi l’indice e il pollice per SA.
Spingi il dito medio e il pollice per TA.
Spingi l’anulare e il pollice per NA.
Spingi il mignolo e il pollice per MA.

Ripeti i mantra seguendo queste indicazioni:
Canta ad alta voce per 3 minuti.

Canta sussurrando per 3 minuti.
Canta mentalmente per 6 minuti.
Canta sussurrando per 3 minuti.
Canta ad alta voce per 3 minuti.

5) Alla fine resta completamente in silenzio per qualche minuto e lascia che la sensazione dell’Infinito scenda su di te. Il tempo di questa meditazione può essere variabile, ma deve sempre rispettare il rapporto, tra le varie parti che lo compongono che è: 1 – 1 – 2 – 1 – 1 .

Mentre fai questa meditazione per curare il subconscio, potresti sperimentare visualizzare immagini del passato che vengono fuori come sullo schermo di un cinema. Lasciale danzare davanti ai tuoi occhi e osservale dissolversi durante la meditazione. Questo fa parte della pulizia e della liberazione del subconscio.

Per attivare il processo del cambiamento il primo passo da fare è trasformare l’intenzione in impegno e l’impegno in azione. Questo kriya può essere uno strumento meraviglioso per costruire la fondamenta di un tuo futuro su solidi mattoni sui quali poggiare il tuo castello dei sogni, nel regno della realtà.

La vita è un viaggio meraviglioso e senza inutili pesi, diventa più lieve dolce e leggera…
Sat Nam.

Sat Nam: Salutare e lasciare andare le vecchie abitudini

Sat Nam: Salutare e lasciare andare le vecchie abitudini

SAT NAM

Traduzione 
VERA IDENTITÀ

Questo mantra, composto da due “semplici” parole, condensa il seme che è alla base della nostra esperienza umana di “partenza” e di “arrivo”.
Nella traduzione letterale, SAT NAM, significa “Vera identità”, che per quanto ad un prima fugace lettura possa sembrare avere un senso, successivamente diventa più chiaro che è un ossimoro. Ma andiamo per gradi.

A cosa ti può servire?
– Aiuta a ridurre la pressione dell’ansia e dello stress
– Può creare uno stato di quiete e di gioia
– Dà energia allo spirito e alla psiche
– Risveglia l’intuizione e la creatività e il coraggio

Nel momento in cui si canta il SAT NAM si attiva l’energia che cancella i vecchi schemi, creando spazio per installare nuovi “modi di fare”. Attraverso questo meraviglioso strumento si possono eliminare tutti gli effetti negativi, anche quelli che derivano da una giornata passata completamente immersi nel mare dello “stress perenne”.

L’esperienza prima di tutto: Una semplice meditazione per sperimentare la potenza del Sat Nam
Oltre ad essere un saluto che normalmente ci si scambia tra praticanti di Kundalini Yoga, questo mantra è utilizzato alla fine delle lezioni per chiudere e sigillare lo spazio aperto all’inizio delle classi dall’Adi Mantra. Per provare con quale e quanta forza il suono di queste due parole può “impattare” sul tuo sistema, puoi fare questa piccola meditazione che ti impegnerà solo per 11 minuti.

1) Apri lo spazio dell’esperienza vibrando l’Adi Mantra 3 volte.

2) Siediti a terra e incrocia le gambe tenendo la schiena dritta, ma rilassata (Nel Kundalini Yoga questa postura è detta “posizione facile“). Se non ti senti a tuo agio o trovi particolarmente scomoda questa posizione, puoi allungare le gambe mentre ti poggi con la schiena contro un muro, o sederti su di una sedia con la schiena dritta, senza poggiarti alla spalliera.

3) Chiudi gli occhi e concentrali nel punto al centro tra le sopracciglia.

4) Metti le mani nel mudra della preghiera, palmo contro palmo con i pollici verso il petto, a contatto con il centro dello sterno.

5) Inspira profondamente e vibra sei volte la parola SAT, e per ultimo il NAM. Il tutto deve essere cantato in un’unica espirazione.

Quando vibri il SAT, fa in modo che la lettera “A” sia particolarmente prolungata e vibrala abbassando e alzando il volume delle voce, come un’onda del mare. Il NAM, invece sarà vibrato ripetendo la sillaba così com’è.

Ad ogni ripetizione della parola SAT e dell’ultima di NAM, concentrati per spostare il suono lungo la tua schiena, partendo dal basso.

Durante ogni onda la tua attenzione si focalizzerà su un chakra diverso, che sarà avvolto dall’energia del mantra. Immagina di portare questa forza universale in questi punti:

1) Base del corpo (SAT)
2) Zona genitale (SAT)
3) Ventre (SAT)
4) Cuore (SAT)
5) Collo (SAT)
6) Centro della fronte (SAT)
7) Parte superiore della testa (NAM)

Alla fine, inspira e concludi la meditazione vibrando altre tre volte il “Sat Nam”

Cosa c’è dietro.

Già sulla prima parola, SAT, si potrebbe aprire un dibattito sulla natura della verità, su cosa sia, come possa essere esperita e così via… Argomenti molto interessanti, che attengono più alla filosofia occidentale che al Kundalini Yoga, che è una disciplina che si basa su di una “consapevolezza applicata” senza perdersi in sterili speculazioni, creando azioni finalizzate al raggiungimento di risultati pratici molto precisi.

Per questa ragione è possibile che una delle forme della verità, per chi pratica il Kundalini Yoga, possa essere il sentire profondo della propria anima, che è, auspicabilmente, l’unica guida attendibile per non rimanere imbambolati a girare sulla giostra del Karma, tra cavalli luccicanti, tigri volanti e cammelli parlanti! (Ma cosa ho scritto?… Aspetta che ci riprovo)

La verità che c’è nell’anima sarebbe un’emanazione di quella goccia di Infinito che è stata instillata in ogni essere vivente alla sua nascita. Il che, tradotto in comprensibilese moderno 2.0, potrebbe essere un frammento della divinità generatrice, che avendo contezza del “tutto” è essa stessa la creatrice di ciò che è vero.

Il NAM, invece, indica l’espressione dell’identità. Immagino sia piuttosto evidente l’assonanza tra NAM e NOME, o NAME in Inglese, cosa che semplifica di molto la mia opportunità di condividere in modo più semplice e sintetico questo concetto: il nome che hai non è la persona che sei. Serve nella stragrande maggioranza dei casi per indentificarti, per agevolare la relazione con i tuoi simili. È qualcosa di molto simile alla tanto citata mappa che non corrisponde mai al territorio.

A questo punto “Vera Identità” potrebbe semplicemente essere una menzogna, o uno dei tanti inganni di Maya e forse lo è… Ma è un inganno funzionale. Perché sebbene il seme sia proprio un ossimoro, la luce del SAT illuminando il NAM, lo rende visibile soprattutto attraverso l’ombra che il NAM proietta, ovvero l’identità di cui sopra, che esiste nella luce senza dissolversi, per creare un testimone attendibile dell’esperienza umana. (Ma cos’ho scritto? E so’ 2!)

Perciò il SAT ha bisogno di un testimone per essere tale ed il Nam ha proprio questa funzione essendo il contenitore della realtà immaginata che viene illuminata dalla verità.

Dove tutto nasce e si trasforma

Questo “mantra seme” o Bijia Mantra, può ricongiungere la parte sottile e la parte densa che è in ognuno, grazie alla vibrazione di queste due parole.

Ed è proprio nella sua natura di “seme” che è celata una delle sue qualità fondamentali. Il seme è un portatore naturale di vita, di novità e grazie a queste caratteristiche il SAT NAM è uno strumento estremamente efficace per rompere i vecchi schemi e liberarsi delle abitudini che non portano felicità. La capacità del SAT di trascendere il tempo e lo spazio, costringe il Nam a gettare la maschera, liberandoci dal ciclo di “azione e reazione” mentre la consapevolezza si sposta più in alto, riuscendo a vedere la verità che prima era celata nell’ombra del NAM.

Da dove proviene

Scritto nell’antica lingua dei Sikh, il Gurmukhi, SAT NAM è il seme che nasce dal “Mul Mantra”, o mantra Radice, che Guru Nanak pronunciò nel momento della sua illuminazione spirituale. Nei suoi versi si manifesta il nucleo, la verità essenziale della creazione e si dice che la sua vibrazione può essere così potente da cambiare anche il destino di chi lo vibra. Ma di questo ne parleremo prossimamente…

Per il momento… SAT NAM e viaggia felice.

Mangala Charan Mantra, per viaggiare felici (e protetti)

Mangala Charan Mantra, per viaggiare felici (e protetti)

Aad Gureh Nameh
Jugaad Gureh Nameh
Sat Gureh nameh
Siri Guru deveh Nameh

Traduzione 
Mi inchino alla saggezza originaria
Mi inchino alla saggezza che attraversa tutte le ere
Mi inchino alla vera saggezza
Mi inchino alla grande saggezza divina

Il secondo mantra che di solito s’impara, quando si inizia a fare Kundalini Yoga, è il MANGALA CHARAN MANTRA, ovvero MANTRA PER VIAGGIARE FELICI.

Ogni volta che si vibra questo potente mantra si crea uno scudo protettivo attorno a chi lo recita richiamando l’energia che lo circonda per difenderlo. Ma in che modo funziona questa protezione? Cosa fa? Più avanti te lo spiego. Per ora prova a vibrarlo e porta attenzione a ciò che fa fiorire in te.

Ascolta il mantra:

Rimettere le cose in movimento

Quando vivi in un momento di profonda stasi, quando tutto è fermo e bloccato, vibrare questo mantra rimetterà le cose in movimento. La pratica costante di questo mantra ti permetterà di riconoscere la tua vera forza anche nei momenti in cui ti sentirai più debole. È il mantra dell’umiltà dell’anima che s’inchina, quattro volte (nameh) alla Coscienza Universale.

È la forza della compassione, che come una luce bianca circonda chi lo recita, facendo fiorire il chakra del cuore, così che oltre a richiedere protezione al “Tutto”, proietta l’energia d’amore di Anahata nel creato. Quindi, quando si vibra il Mangala Charan Mantra, oltre ad essere protetti, si diventa guerrieri della luce.

Dal chakra del cuore si espande e si esprime il tuo senso di compassione e il desiderio di cura. Attraverso questo punto energetico, che si trova al centro del petto, tieni saldi i tuoi legami con gli altri esseri viventi, dai forza ai al tuo amor proprio, alla generosità, all’altruismo, al rispetto e alla gentilezza. Ricorda anche che Anahata è vulnerabile ai problemi legati all’amore e alle relazioni ed il Mangala Charan Mantra è uno dei mantra più efficace per proteggerlo.

Praticalo regolarmente e l’equilibrio del tuo sistema nervoso migliorerà. I sintomi dell’eccesso di stress si dissolveranno e diminuirà la pressione cronica della tensione che ormai sembra quasi la normalità.

Una meravigliosa meditazione con il Mangala Charan Mantra

Anche se, come ti ho detto all’inizio, puoi praticarla ovunque, trova un posto tranquillo, in casa o all’aria aperta, siedi per terra e poggia la schiena sul tronco di un albero o a un muro. In poche parole trova un luogo comodo e confortevole.

Chiudi gli occhi e concentra la tua consapevolezza sul respiro per 2-3 minuti finché non sentirai una sensazione di rilassamento. Puoi anche fare alcuni respiri profondi e lenti o respirare a narici alternate, aiutandoti con l’indice e il pollice della mano destra.

Dopo, sposta la tua consapevolezza sul punto del terzo occhio. Posiziona le mani in una posa di preghiera, palmo contro palmo, con le dita distese, al centro del tuo chakra Anahata e i pollici incrociati (donne pollice sinistro sul destro e uomini vice versa). Quando vibri Aad Gureh Nameh, estendi le braccia a 60 gradi, quando vibri Jugaad Gureh Nameh, riporta le mani al centro del petto. Poi, con Sat Gureh nameh, di nuovo le braccia estese a 60° e infine Siri guru deveh Nameh , tornando al petto.

Puoi aiutarti con questo mantra: 

 

Quando la mente inizia a vagare, riporta la tua attenzione alla recitazione del mantra e alla posizione degli occhi.

È normale “distrarsi” mentre si medita. La cosa più importante è rendersene conto e tornare a meditare con profonda compassione verso di sé e senza giudicarti. Se poi vuoi ottenere il massimo da questa meditazione, falla al mattino con costanza e potrai godere dei risultati meravigliosi di questo mantra.

I piccoli tesori del Mangala Charan Mantra
Se hai già letto l’articolo precedente sull’Adi Mantra, sei già a conoscenza del fatto che ci sono due “inchini” nelle suo testo. Nel Mangala Charan Mantra ce ne sono addirittura quattro ed il motivo è semplice: protezione totale a 360°. Ogni riga del mantra, infatti, indica una genuflessione:

Ad gureh nameh (a sinistra)
Jugad gureh nameh (dietro)
Sat gureh nameh (a destra)
Siri guru deveh nameh. (di fronte)

Questa intenzione “geometrica”, espressa dal mantra, crea i punti attraverso i quali si organizza l’energia a difesa di chi lo vibra. È un mantra che disperde le energie negative e tutte le forze che provano a sovrastare la tua volontà d’essere felice. Si dice anche che in questo mantra ci sia il potere di Marte, che combatte al fianco di chi lo recita.

Può cancellare il karma passato, presente e futuro, libero dal giogo del tempo, attraverso l’invocazione dell’energia cosmica. Dà energia all’aura e ai corpi meno densi che manifestano la natura di ogni essere umano.

Prova a recitarlo per tre volte consecutive prima di metterti alla guida o prima di fare qualcosa di particolarmente impegnativo e l’universo vibrerà d’amore insieme a te, facendo risuonare il chakra del cuore le Nadi (canali energetici) e l’aura che ti circonda.

Un po’ di storia…

Questo potente mantra utilizzato nel Kundalini Yoga, si trova nel Sukhmani Sahib (serie di inni sacri divisi in 24 sezioni che compaiono nel testo sacro Sikh – Sri Guru Granth Sahib), che è stato scritto da Guru Arjan Dev Ji (il 5 ° dei 10 Guru Sikh) ed è considerato un “kavach”, ovvero una preghiera indiana che invoca la protezione del recitante.

Nella mia esperienza, questo mantra, ha in sé un’infinita dolcezza ed effettivamente può dare un grande sollievo al cuore ed essere assolutamente uno scudo protettivo. Una protezione che non si costruisce sul cinismo o sulla sfiducia verso l’altro, anzi, è una protezione che invita tutto quello che ci circonda a sintonizzarsi con le note dell’armonia universale. È una protezione che combatte l’assenza di compassione, con la compassione stessa. Per questo spezza il karma, per questo può dove il resto non può. Quando si è sotto la protezione del Mangala Charan Mantra, più che a reagire riusciamo ad agire.

Ci vediamo a lezione per vibrarlo insieme… Sarà meraviglioso!

Sat Nam!

L’Adi Mantra

L’Adi Mantra

Ong Namo
Guru Dev Namo

Nelle parole sacre dell’Adi Mantra sono un condensati diversi significati. Dietro la leggerezza e la semplicità di questo che è il primo, tra i mantra del Kundalini Yoga che viene vibrato all’inizio di ogni lezione, c’è tanto altro che forse non conosci ancora.

I motivi per i quali vibriamo questo mantra sono Protezione e Connessione. Esistono diversi mondi in cui viene tradotto e quello che preferisco è: “Mi inchino davanti all’Universo. Mi inchino al maestro che è dentro di me“.

I due inchini fondamentali
Nell’Adi Mantra, quindi, dichiariamo di inchinarci non una, ma due volte. La prima è per dare contezza all’ego di essere uno con il tutto, la seconda per affidarci, abbandonarci ed accettare l’insegnamento che verrà dall’esperienza che stiamo per fare, grazie al “guru” che è in noi.

In questo caso il guru non è altro che un’energia che ci porta fuori dall’oscurità
(gu = incoscienza) verso la luce (ru = coscienza). È ciò che rende la nostra ”Luce” più forte.

La parte angelica
È uno strumento in cui lo spirito s’intreccia al tutto e porta l’interruttore da “off” a “on”, rendendo visibile e attivo ciò che di divino risiede in ognuno di noi. Inoltre è davvero interessante ricordare che una delle traduzioni di “Dev” è “angelico” (ricorda un po’ la parola “Deva”… non è vero?) e che riconoscendo l’esistenza di questa parte, nominandola, abbiamo un’opportunità in più d’ascoltare quello che di più “alto” e angelico è in noi.

È fondamentale per ognuno di noi affinare la capacità d’ascoltare il “Guru Dev”, il nostro sé superiore, che vive nei nostri cuori e che può essere la fonte di ispirazione e guida nel cammino della vita.

Perché facciamo l’Adi Mantra prima di iniziare la lezione?
Quando lo cantiamo, l’energia intorno e dentro di noi, si libera della parte più grossolana e diventa sottile e raffinata.

Per comprendere quanto può essere forte l’impatto dell’Adi Mantra, la prossima volta che lo vibri, fallo portando attenzione alla voce mentre lo stai cantando e probabilmente coglierai con più chiarezza in che modo agisce su di te e quanto influenza la comprensione più profonda del kriya che ti accingi a fare.

In ogni caso non preoccuparti: anche se non senti alcuna differenza, il mantra farà comunque il suo “lavoro” su di te e ti metterà nelle condizioni migliori per “apprendere”.

Mantra di apertura, ecco come si fa!

La posizione
Una volta seduti in posizione facile, ovvero a gambe incrociate, si raddrizza la colonna, morbidamente, facendo attenzione ad abbassare un pò il mento. Nel caso la posizione facile fosse scomoda si possono allungare le gambe o stare seduti su una sedia.

Le mani
I palmi spingono dolcemente uno contro l’altro e sono al centro del petto, le dita sono dritte, i pollici sono poggiati sullo sterno e le spalle solo completamente rilassate.

Questo mudra favorisce l’equilibrio dei cinque elementi che uniti ci rendono ciò che siamo, oltre a bilanciare i due emisferi del cervello, portandoci un po’ più vicini ad una condizione d’armonia e di connessione con il cuore.

Gli occhi
Sono concentrati nel punto che si trova al centro delle sopracciglia in corrispondenza di Ajna, il sesto chakra, ovvero il terzo occhio.

Come si canta
È possibile facendo un singolo respiro lungo, oppure con una velocissima inspirazione con la bocca, “succhiando” una piccola porzione d’aria, tra la prima e la seconda parte del mantra.

L’ Ong deve essere vibrato spingendo la punta della lingua sul fondo del palato molle. In questo modo la vibrazione, percepibile anche al livello della scatola cranica, stimola sensibilmente le ghiandole pituitaria, pineale e l’ipotalamo.

Dopo tre ripetizioni dell’Adi Mantra, saremo nella condizione migliore possibile per entrare in relazione con ciò che è dentro di noi, fuori di noi e con ciò che non “ancora” non siamo noi.

Ma serve solo ad inizio lezione?
Un’altra qualità di questo mantra è quella di cambiare uno stato d’animo “grezzo” in uno più “alto”. La voce del “Guru” suggerirà sottilmente alcune domande in grado di liberare il “Dev”. Alcune di queste potrebbero essere: Chi sono? Cosa mi sta fermando? Ho altre scelte possibili da fare? Qual è il mio percorso? Provare a rispondere a questa “interrogazione” sicuramente potrebbe essere difficile e se non sai come fare puoi chiedere aiuto al “maestro interiore” mentre continui a vibrare il mantra… Non è così severo come sembra, però, se non lo vedi, se non chiedi, non t’aiuterà.

E più d’ogni cosa, ricorda che c’è bisogno di te per suonare l’armonia universale, quindi vibra l’Adi mantra, accorda il tua anima e regala al mondo la tua melodia. Tutti siamo indispensabili. Tutti siamo necessari.

Sat Nam